I rifiuti si evolvono in opere d’arte… è possibile? Sì! Grazie alla mostra La materia si trasforma!
Le opere d’arte si trasformano e si arricchiscono di nuovi contenuti spesso più diretti e chiari, volendoci impartire una lezione non banalmente e solamente ambientale ma una sorta di “Arte di arrangiarsi”, attraverso i rifiuti e materiali riciclabili più variegati come tappi di bottiglia, plastica, cartone, legno, accendini e persino componenti elettronici. La materia si trasforma e si evolve acquisendo di continuo una nuova vita, liberamente interpretabile, alternativa e moderna; attraverso una rinascita, forse migliore, il rifiuto risorge dalle sue ceneri per diventare arte, concetto e ideologia. L’esposizione prende forma grazie ai quattro artisti che la compongono: Matteo Campulla, Augustine Namatsi Okubo, Sergio Pilìa e Giacomo Zucca; ciascuno di loro interpreta la materia secondo la proprio cultura e creatività, mettendo a frutto diversi e interessanti risultati. Secondo la curatrice «Matteo Campulla esterna la sua riflessione introspettiva sulla vita reale appoggiandosi a un’immagine scandita da pixel, frammentata, rallentata. Evidenzia i comportamenti umani in uno studio socio-antropologico sul rifiuto del prodotto, sulla frammentazione dell’Io, un percorso di analisi diametralmente opposto all’opera di composizione degli altri artisti. Augustine Namatsi Okubo crea elementi d’arredo a partire da tappi metallici e fil di ferro, senza l’aggiunta di altri materiali. L’intreccio dei fili che infilzano i tappi genera forme sempre diverse e dai volumi importanti. Ogni tappo racchiude una storia diversa, una provenienza diversa, ma la loro destinazione è stata scelta e definita dall’artista kenyano, che ha fatto virtù di questi elementi di scarto, unendoli in un unico destino, facendosi creatore di una loro nuova vita. Sergio Pilia non si ferma davanti a nulla. L’artista di origini ogliastrine mette in pratica gli studi accademici fondendoli con l’essenza della strada: molte opere sono realizzate a partire da supporti di scarto. Colore, resa di superfici, personaggi visionari rendono inconfondibile il suo stile. Da accostamento e assemblaggio di materiali e elementi diversi, nascono strumenti musicali e oggetti di utilità quotidiana. Giacomo Zucca, da San Sperate all’Accademia di Sassari, mette a frutto la sua creatività regalandoci viaggi gratuiti nella sua immaginazione, quasi un’immersione in un mondo onirico e lisergico, dove mostri, fiamme evanescenti e personaggi cyberpunk movimentano un’esplorazione tridimensionale».
La mostra, a cura di Paola Corrias, ha inaugurato la sua prima tappa al Museo Geopunto di Iglesias, (l’ex Miniera di Genna Luas) il 18 Maggio scorso, in occasione della Giornata Internazionale dei Musei indetta dall’ICOM.
La rassegna sarà visitabile a partire da sabato 29 Novembre alle ore 17 fino al 7 Dicembre, presso le ex scuole maschili di Iglesias.
Ingresso libero.
E ricordatevi: “SI PREGA DI TOCCARE!”