Claudio Ribelli di Sinnai protagonista della puntata di ieri sera (sabato 11 marzo) della trasmissione “Sono Innocente” andata in onda su Rai3, condotto dal giornalista Alberto Matano. Il dramma e il riscatto di uomini e donne accusati ingiustamente, le storie di persone che da una vita normale e tranquilla si trovano catapultate in un vero e proprio incubo, la realtà cruda e difficile del carcere. Sei mesi in carcere più altri sei ai domiciliari: un anno di detenzione per un reato mai commesso. È la storia dell’operaio Claudio Ribelli, di Sinnai (Cagliari), accusato di aver rapinato una donna puntando il coltello alla gola del suo bambino. Dopo alcune incertezze iniziali, la donna lo aveva indicato come esecutore della rapina. “Prima dell’arresto avevo supplicato le forze dell’ordine di confrontare le mie impronte digitali con quelle trovate sul posto. Mi risposero che non erano tenuti a farlo. Ho poi scoperto di essere finito in prigione soltanto perché quella mattina al bar avevo offerto un caffè alla persona che ha confessato il reato”. Il 19 ottobre 2010 due uomini erano entrati a casa della donna fingendosi tecnici comunali per rapinarla. Uno di questi, Pierpaolo Atzeni, aveva confessato il reato. Ma il complice non era Ribelli, come dimostra un video ripreso da una telecamera di una stazione di servizio, nel quale si distingue Atzeni in auto, pochi secondi dopo la rapina, con un ragazzo che non è certo l’operaio di Sinnai. Trascorrere sei mesi in carcere da innocente gli ha causato pesanti ripercussioni sulla vita che richiedono terapie adeguate e un’invalidità del 30%. Ma la vita va avanti, e a inizio ottobre Claudio si è sposato.
Ecco il video completo della storia
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