La tecnologia Video assistant replay (VAR) comincia a rivoluzionare il mondo del Calcio.
Questo nuovo metodo di valutazione utilizzato nell’ultima Confederations Cup è stato decisivo in diverse partite. Nel caso di GERMANIA-CAMERUN ha deciso un’espulsione costringendo la squadra Africana ad andare avanti nel gioco con un uomo in meno.
In totale sono state ben 7 le volte che l’arbitro ha dovuto o voluto ricorrere alla VAR, vuoi per punire gli artefici della rissa nella partita tra MESSICO e NUOVA ZELANDA che, una volta recuperate le immagini, sono stati ammoniti giustamente per la loro condotta. Per non parlare della finale tra GERMANIA e CILE, dove un giocatore cileno durante un azione del secondo tempo, colpiva deliberatamente l’avversario con una gomitata al volto degna dei migliori incontri della MMA, lasciando l’avversario a terra dolorante pensando di farla franca.
L’Arbitro con la VAR si trasforma in un “Arbitro video” ed ogni azione importante per la quale può nutrire qualche dubbio, potrà, con l’ausilio di due collaboratori, rivederla da diverse angolazioni e giudicarla grazie alla “moviola” sul campo. Un modo che stravolge il modo di arbitrare le partite di calcio e che potrebbe cambiarne i risultati finali di ogni match.
Ovviamente c’è chi ne tesse le lodi, come il presidente della FIFA Infantino, decretando il successo della manifestazione proprio alla novità dell’utilizzo della moviola in campo, riuscendo così ad offrire risultati giusti e non macchiati dalle “incomprensioni arbitrali”. Dall’altra parte invece qualcuno ritiene che ancora ci siano molte cose da cambiare, in quanto la scelta di ricorrere alla VAR ricade sempre su di un solo uomo, l’arbitro, che può continuare a fare degli errori come nella partita PORTOGALLO-CILE, dove non è stato concesso un rigore proprio perché non ha voluto ricorrere alla VAR.
La tecnologia VAR, già presente anche in altri sport, ovviamente andrà ad influire sui risultati finali degli scommettitori ma non inciderà negativamente sulle migliori scommesse sul calcio, infatti magari verrà inserita anche la quotazione di quante volte ogni partita verrà utilizzato il VAR.
Proprio prendendo spunto da gli altri sport, la soluzione esistente nel tennis sarebbe ideale. Ovvero permettere a i due contendenti, in questo caso i due capitani delle rispettive formazioni, la possibilità di richiedere l’utilizzo della VAR nei momenti salienti non riconosciuti dall’albitro, come appunto “l’occhio di falco” nel tennis.
Insomma, un modo per rendere ancora più avvincenti scommesse e tecnologia a servizio dello sport, che forse renderà quasi impossibile, la classica abitudine italiana di prendersela con la classe arbitrale a fine partita.