Federconsumatori della Sardegna. Nessuna “tassa per i condizionatori”. Libretto obbligatorio solo per grossi impianti.

Impazza sul web la notizia relativa alla presunta “Tassa sui condizionatori” introdotta dal governo Renzi.
In realtà, l’adempimento deriva dal Dm del 10 febbraio 2014 che a sua volta attua il Decreto del Presidente della Repubblica del 16 aprile 2013, risalente al governo Monti, d.p.r in vigore dal 15 ottobre 2014; attuazione doverosa per adeguare la normativa nazionale alla legislazione europea, in particolare alle direttive  2002/91/CE e la 2010/31/UE, la prima già recepita dal DL 19 agosto 2005 n.192, il cui unico obiettivo è la garanzia dell’ecosistema e la limitazione dell’immissione di anidride carbonica.
Non si tratta di una vera e propria tassa, ma di un controllo periodico degli impianti di climatizzazione e riscaldamento, una diagnosi che verifica la sicurezza, la salurità e l’igiene dell’apparecchio.
Il libretto di impianto, rappresenta dunque una  carta d’identità dove annotare le  revisioni, modifiche, interventi di manutenzione e controlli eseguiti da parte di un tecnico qualificato di tutti gli impianti presenti all’interno dell’abitazione: condizionatore, stufe a pellet e caldaie.
Per le nuove installazioni, la responsabilità della compilazione iniziale è a carico della ditta, mentre per i sistemi già esistenti, responsabile è il proprietario dell’abitazione o  colui che fisicamente abita o occupa la dimora, ad esempio il locatario.

A chi è rivolta questa normativa?

Tanto allarmismo per nulla, infatti il dm del 2014, teso dunque a garantire l’efficienza energetica,  è rivolto esclusivamente agli impianti di riscaldamento con una potenza superiore ai 10kw e di condizionamento superiore ai 12 kw,  per cui non i normali climatizzatori che disponiamo nelle nostre abitazioni, i cui kw girano tra i 3,5 e 5. Si parla dunque di impianti di grosse dimensioni.

Quindi per per gli impianti con oltre i 12 kw, come si procede?

Sarà dunque il tecnico, come abbiamo già affermato, a compilare l’apposito libretto e a inviarlo all’ente dove sarà predisposto il catasto dell’impianto, il proprietario o l’occupante dell’abitazione dovrà corrispondere il costo del bollino attestante l’ottima salute dell’impianto, il cui importo varia da Comune a Comune.

Quando è necessario effettuare la manutenzione?
Il periodo di riferimento va dai 2 ai 4 anni, anche in questo caso sarà il territorio di riferimento a predisporre e diversificare i termini.

Si incorre in sanzioni?
Sì, le sanzioni stabilite dal Dlgs 192/2005, vanno da 500 a 3mila euro a carico di proprietario, conduttore, amministratore di condominio o terzo responsabile che non ottemperino ai propri obblighi.
Il rischio reale, tuttavia è ridotto qualora nella regione di riferimento non sia stato ancora disposto il catasto degli impianti termici. In Sardegna, attendiamo ancora notizie in merito a codesto adempimento.