Migranti a Solanas: al confine tra paura, razzismo e buonismo

Le recenti notizie che parlano di un allarme tubercolosi al centro migranti dell’Abbablu di Solanas hanno riaperto la discussione sulla questione migranti a Solanas. Sui social alcuni commenti dal contenuto totalmente razzista fanno vergognare l’apparenza al genere umano di alcune persone, che a conto loro, risolverebbero il problema con bel cannello lanciafiamme, un bel fosso in terra con la ruspa o una bella bombola a gas con il quale impartire lezioni di sub ai migranti. Roba da Lagher Nazisti. Come se la storia fosse un ricordo lontano e non avesse insegnato nulla al genere umano. Tutta rabbia di persone buone per la polemica, ma del tutto inutili e inadatti a risolvere i problemi. Ma su Facebook c’è anche chi chiede a gran voce, risposte dall’amministrazione e lo fa con toni moderati e costruttivi, preoccupandosi per il futuro della propria comunità. Ecco che qui entrano in gioco i cari buonisti. Guai a lamentarsi dei migranti, siamo tutti razzisti. Come se non si potesse scindere il razzista da un cittadino che vuole il meglio per il proprio paese. Il vero il razzismo è fondato sul presupposto che esistano razze umane superiori ad altre razze. Se si parla un’organizzazione sbagliata nell’aiutare un popolo in forte crisi… non si tratta di razzismo. Se vogliamo accogliere i migranti, occorre farlo bene, in condizioni di sicurezza e in territori dove sia possibile farlo.

Solanas vive di turismo pochi mesi in estate e gode di tranquillità per il resto dell’anno non è una location adatta a questo tipo di accoglienza. Ci sono famiglie e piccoli imprenditori che lavorano con forte impegno tutta l’estate e una situazione simile non aiuta il turismo. Perchè il turista cerca di scegliere il meglio per le proprie vacanze e troppo spesso è intollerante a certe situazioni, quindi preferisce andare altrove, con grave danno all’economia già disastrata di Solanas. I Migranti stessi non vogliono stare li, lontani da tutti, lontani dal mondo, emarginati. Vogliono farsi una vita, lavorare, crescere. Ghettizzandoli a Solanas dove non è possibile avere integrazioni lavorative e culturali è una situazione che può valere in condizioni di emergenza per pochi mesi, ma non per anni. Quindi cari buonisti, condanniamo pure il razzista che veramente offende pesantemente il profugo e la storia dell’umanità ma non sottostiamo a decisioni sbagliate che uccidono il nostro territorio.

Foto di Paolo Pilleri.