A Solanas, frazione costiera di Sinnai, c’è una strada che collega la spiaggia con la provinciale 17, la litoranea per Villasimius. Si chiama via Piscina Bertula ed è stata realizzata dal Comune negli ultimi quindici anni. Ora questa striscia di asfalto e terra battuta lunga 800 metri rischia di costare cara alle casse municipali: circa 120 mila euro da riconoscere alla proprietaria dei terreni sui quali in parte è stata realizzata. In alternativa, va abbattuta e lo stato dei luoghi riportato alle condizioni originarie.
È quanto disposto dal Tar al termine di una causa nata per una clamorosa dimenticanza dell’amministrazione cittadina. Regole burocratiche che indicano con precisione quali siano i diritti e doveri della cosa pubblica e che in questo caso, stando ai giudici amministrativi, sarebbero state disattese. Si parla della decisione da parte del Comune di acquisire gli appezzamenti sui quali realizzare parte della strada: tra gli altri, 1.821 metri quadrati di Natalina Sotgiu, 80 anni, occupati con un decreto di urgenza emesso nel marzo del 1996. L’opera da allora è stata realizzata ma qualcuno in Municipio ha scordato di completare la procedura di esproprio, iniziativa da effettuare entro cinque anni da un’occupazione che, senza questo passaggio, diventa illegittima. Proprio su queste basi la proprietaria ha deciso di rivolgersi al Tar. Il ricorso chiedeva si attestasse l’illegittima occupazione dei terreni e la condanna del Comune al loro rilascio e al risarcimento del danno. Anche perché «dal 1997 a oggi, nonostante diverse proposte di accordo bonario della nostra assistita», spiegano gli avvocati Daniela Carrus ed Elisabetta Melis, «l’amministrazione non ha mai adottato un regolare atto acquisitivo della proprietà né corrisposto alcuna indennità di occupazione o esproprio». La sentenza è arrivata lo scorso 8 maggio. I giudici spiegano che «la realizzazione e il completamento di un’opera pubblica su un fondo privato occupato illegittimamente non costituisce un fatto idoneo a determinare il trasferimento della proprietà in favore dell’amministrazione». Quindi Natalina Sotgiu è ancora proprietaria dei terreni sui quali oggi corre la strada. Da qui due possibili soluzioni: «L’amministrazione», sottolinea il Tar, «deve decidere se acquisire o meno la strada e i terreni al patrimonio comunale e riconoscere alla proprietaria il danno per il mancato possesso dei beni e quello per la loro perdita definitiva; oppure restituire l’area illegittimamente occupata riportando i luoghi allo stato iniziale a sue spese». Nel primo caso la proprietaria deve essere ripagata del valore dei terreni (68 mila euro secondo la stima del perito Filippo Viola) e dei danni causati dall’illegittima occupazione (48.500 euro più gli interessi legali). Nel secondo, solo di quest’ultima cifra. Il Comune deve procedere entro sessanta giorni dalla notifica della decisione. «Quello degli espropri è un problema di tutti i Comuni e va affrontato», afferma Barbara Pusceddu, sindaco di Sinnai, «noi ereditiamo una situazione pregressa che ora dobbiamo verificare con il nostro legale e il responsabile degli uffici. Dobbiamo capire come comportarci e, nel caso, trovare le risorse». (Fonte Unione Sarda)