Dopo 120 giorni di ora legale, nella notte fra sabato 26 e domenica 27 ottobre torna l’ora solare: alle ore 03.00 si dovranno spostare un’ora indietro le lancette degli orologi. L’ora legale tornerà il prossimo 30 marzo 2014.
Secondo quanto rilevato da Terna, durante il periodo di ora legale, iniziato il 31 marzo 2013, grazie proprio a quell’ora quotidiana di luce in più che ha portato a posticipare l`uso della luce artificiale, l`Italia ha risparmiato complessivamente 568,2 milioni di kilowattora (613 milioni di kWh il minor consumo del 2012), un valore pari al consumo medio annuo di elettricità di 210.000 famiglie. In termini di costi, l’Italia ha risparmiato con l’ora legale 93,7 milioni di euro, considerando che per il cliente finale 1 kilowattora è costato, nel periodo in esame, in media circa 16,49 centesimi di euro al netto delle imposte. Nel 2012 il risparmio è stato pari a 102 milioni di euro poiché il costo medio di 1 kilowattora era di 16,65 centesimi di euro. Dal 2004 al 2013 il risparmio complessivo del paese è stato di circa 6 miliardi e 170 milioni di kilowattora, pari ad un valore di circa 900 milioni di euro. Il Ritorno all’ora solare fa bene non solo alle tasche ma anche all’umore, perché si dorme un’ora in più, inoltre è un toccasana anche per il cuore, al punto che la giornata di lunedì sarà quella con meno rischio di infarti dell’anno. Lo rivelano i medici internisti riuniti per il 114esimo congresso nazionale della società italiana di medicina interna (Simi), a Roma dal 26 al 28 ottobre, che alla relazione tra disturbi del sonno e malattie cardiovascolari dedicheranno una delle sessioni dell’evento. Il lunedì è infatti noto per essere il “giorno nero” per gli infarti, che proprio all’inizio della settimana hanno il picco di massima incidenza perché si sommano tre fattori di rischio determinanti per l’insorgenza di patologie cardiovascolari: il dormire meno, il dormire peggio, ossia in orari non consoni rispetto a quanto richiesto dal nostro naturale orologio biologico e lo stress caratteristico dell’inizio settimana contribuiscono all’attivazione del sistema nervoso simpatico e al rilascio di citochine pro-infiammatorie che spianano la strada all’infarto. Ma lunedì prossimo sarà un’eccezione, tanto che si stima che il numero di infarti calerà in quel giorno di circa il 10% rispetto a un generico giorno della settimana nel resto dell’anno. “Quando in primavera si passa all’ora legale, secondo recenti studi tra cui una ricerca del Karolinska Institute – ha spiegato Gino Roberto Corazza, presidente della Simi – la relativa deprivazione di sonno prima del riadattamento del nostro orologio biologico, aumenta il grado di infiammazione e lo stress ossidativo a livello dei vasi arteriosi e il sistema immunitario risponde peggio agli stimoli esterni: tutti elementi che rendono più probabile l’insorgenza di disturbi cardiovascolari acuti dopo il cambio dell’ora e soprattutto al lunedì, quando a tutto questo si aggiunge lo stress dell’inizio della settimana”. Il contrario avverrà lunedì prossimo: basta dormire un po’ di più grazie al fatto di aver portato indietro le lancette dell’orologio per veder rientrare il rischio-lunedì. “Molto probabilmente l’effetto protettivo è dovuto all’assenza del primo e forse più importante dei tre fattori scatenanti, la deprivazione di sonno; il vantaggio – aggiunge Corazza – non e’ evidente negli anziani, probabilmente perché in questi ultimi la quantita’ di sonno e’ piu’ costante, non piu influenzata dalla necessita’ di puntare la sveglia presto al mattino, oltre al venir meno dello stress da inizio settimana. La possibilità, inoltre, di poter essere svegli e attivi sfruttando al meglio le ore meno fredde e più luminose della giornata contribuisce al maggior benessere”.