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Foto di Matteo Rubiu & The Mr Shoot
Una distesa di scarpe rosse per dire no alla violenza sulle donne nel giorno a loro dedicato. Una simbolica marcia, silenziosa, attraversa la piazza Sant’Isidoro di Sinnai. Per la prima volta le Zapatos Rojos di Elina Chauvet sono arrivate in Sardegna. L’artista messicana ha dato il suo benestare affinché il progetto d’arte pubblica dedicato alle vittime di femminicidio approdasse anche nell’Isola.
Per l’occasione sono stati raccolti oltre quattrocento paia di scarpe, donati dalle donne di Sinnai e dei paesi del circondario. Anfibi, stivali, décolleté, ballerine, scarpe da bambina, unite da un dettaglio: il colore rosso.
I volontari hanno iniziato a lavorare da novembre: hanno reperito il materiale, verniciato le scarpe, aspettato che la burocrazia facesse il suo corso e, finalmente, hanno allestito l’installazione. Un sogno che si realizza per le organizzatrici Silvia Palmas e Laura Mereu che, insieme alle associazioni culturali Radio Fusion e Associazione Madiba Sinnai, con il patrocinio del Comune di Sinnai e sotto la supervisione di Francesca Guerisoli, hanno portato le scarpe rosse alle porte di Cagliari. “È almeno dal 2013 che pensiamo a questa mostra – spiegano le ragazze – e per noi è davvero un’emozione essere riuscite nell’intento. Siamo veramente soddisfatte, soprattutto dell’attiva partecipazione di tutta la cittadinanza, nonché di essere riuscite ad organizzare qualcosa di veramente importante per l’otto marzo, cercando di ridare valore a questa ricorrenza che è diventata, purtroppo, solo una festa commerciale”.
Al termine della mostra le scarpe rosse sarde saranno impacchettate e spedite in Messico. “Elina sta raccogliendo le scarpe da tutto il mondo – spiegano le organizzatrici – in vista di una grande mostra che raccolga tutti contributi e che verrà allestita nuovamente a Ciudad Juárez, dove tutto è cominciato”.
Zapatos Rojos, la storia. Il progetto di Elina Chauvet ha origine in Messico, a Ciudad Juárez (Chihuahua), dove l’artista lo ha realizzato per la prima volta, il 20 agosto 2009. In quell’occasione, Elina raccolse 33 paia di scarpe dando vita a un’installazione nelle strade della città tristemente nota come la città del femminicidio. Una pacifica forma di protesta artistica contro l’inaudita violenza che ogni giorno colpisce, in Messico e non solo, troppe donne. (Articolo estratto da ladonnasarda.it)