“Altro che Capitalismo di Rapina” Renato Soru risponde all’uscita del libro “Tiscali, Una Storia tutta Italiana”

“A Fronte di 96 milioni di Euro di Borsa, Qui a Cagliari in questi 12 anni abbiamo dato più di mezzo miliardo di Euro di Stipendi” “Noi Lavoriamo onestamente, altro che Capitalismo di Rapina”. Renato Soru, Amministratore Delegato di Tiscali, nella consueta riunione di fine anno con i 1000 dipendenti del provider Sardo, risponde alle provocazioni del libro “Tiscali, Una Storia tutta Italiana” presentato oggi alle 18, nella Sala convegni dell’Associazione stampa sarda, in via Barone Rossi dal giornalista Alfredo Franchini in collaborazione con la componente Sel del Gruppo misto in Consiglio regionale.

Secondo quanto diffuso in una scheda del libro “La parabola di Tiscali è il paradigma della crisi di un capitalismo senza capitalisti né capitali, dove i soliti furbetti hanno condotto i risparmiatori ad una guerra finanziaria che ha avuto come risultato quello di svuotar loro le tasche. Il libro inizia con il racconto dell’ascesa di Soru e del suo provider: nell’ottobre del 1999 l’azienda viene quotata in Borsa e l’anno successivo capitalizza quattordici miliardi di lire contro gli undici della Fiat. Si stanno preparando tempi nuovi e nuovi protagonisti salgono alla ribalta: Renato Soru (Tiscali), Roberto Colaninno (Telecom), Pierluigi Crudele (Finmeccanica), Carlo De Benedetti (Kataweb). Una nuova razza padrona sembra nata dalle ceneri del capitalismo italiano. Una parola riempie la bocca di tutti: “new economy”. Microsoft alimenta il sogno e improvvisamente la Rete e Internet diventano la nuova frontiera di un capitalismo di rapina. D’altronde il momento è propizio, le Banche centrali sono alle prese con un’inflazione monetaria che li porterà a breve a spostare gli investimenti sui titoli in Borsa e sul mercato azionario.

Ma nulla sarebbe potuto succedere senza il “parco buoi”, espressione molto efficace usata negli ambienti finanziari per indicare i piccoli azionisti. Che abboccano. Analisti finanziari invitano i propri clienti a comprare titoli Parmalat, Cirio e bond argentini in una folle corsa verso un baratro finanziario che svuoterà solo le tasche degli ignari risparmiatori. A distanza di dieci anni non rimane quasi più nulla di quelle società, ma mentre sono andati in fumo i risparmi del “Parco buoi”, il “parco delle volpi” se la passa benissimo.
Che cosa non ha funzionato? Sicuramente la ricetta neoliberista di Greenspan non ha retto. Ma soprattutto perché si continua a salvare le banche invece di pensare ai contribuenti? Il modello economico occidentale è ad una svolta. Le economie emergenti (Cina, India e Brasile) hanno saputo proteggersi, la finanza islamica è in crescita. Eppure la lezione non sembra essere stata assimilata: una nuova bolla finanziaria sta prendendo forma: sui mercati finanziari di Wall Street, Facebook e Twitter stanno raggiungendo quotazioni stratosferiche: la domanda è: quanto perderà chi investirà sui titoli dei due social network?

Ma secondo il Fondatore di Tiscali, molto di quanto racconta questo libro è frutto di totale immaginazione dell’autore, o di passaparola senza reali fondamenta; come la presentazione stessa che racconta del trasferimento della sede di Tiscali nell’imponente campus di Sa Illetta a Cagliari dove si sarebbe perso il mozzicone di un sigaro Avana che era stato considerato un cimelio. “Lo aveva lasciato sulla terrazza della villa liberty il cui parco confinava con l’ex casa di Niki Grauso, oggi del banchiere Giorgio Mazzella, un uomo della Banca Rothschild nell’ultima trattativa, quella decisiva, per il debutto in Borsa della società cagliaritana. C’è chi dice che quel mozzicone l’avesse preso Marta Sanna, all’epoca “investor relator” di Tiscali, per ricordo delle giornate che portarono una minuscola azienda sconosciuta a essere valutata più della Fiat. Assunta a ventisette anni con un contratto di formazione lavoro, Marta, capelli ricci e brillantino alla narice, è diventata miliardaria (con le lire) due anni dopo, grazie al pacchetto di azioni avuto in regalo prima della quotazione e cresciuto del 1.800 per cento. Una fortuna capitata a un manipolo di quadri e dirigenti davvero privilegiati. Fatto sta che quel sigaro è diventato un ricordo, proprio come il sogno di chi voleva adoperarsi per creare una società europea nel settore delle telecomunicazioni.” Un Ricordo che Renato Soru, non ricorda proprio. Il Libro è stato presentato in collaborazione con il Partito Politico di Sinistra Ecologia e Libertà, fatto che ha non piace per nulla a Soru “Io non so per purtroppo o per bene, mi sono occupato di Politica, ho lasciato la società, per un pò di anni nella vita ho messo al primo cose altre cose e ancora oggi sono probabilmente all’epilogo di una vicenda di protagonismo politico in un ruolo istituzionale, e la paura che magari possa “ritornare” in qualche modo, evidentemente per qualcuno è tanta, e pur di fare del male a me son disposti a far del male a questa società, che non ha mai avuto un euro di contributi pubblici e quando ha chiesto soldi al mercato gli è andati a prendere in Irlanda, in Scozia, Inghilterra, in giro per il mondo a società che tradizionalmente fanno questo di Mestiere”

Una Tiscali, ben diversa da quella raccontata sul libro è quella realmente sul mercato attualmente che non si limita a fornire servizi di Adsl e Fonia ma raccoglie servizi diversi e unici in Italia. Dal social Network “Indoona”, ai servizi di Streaming video offerti con “Streamago”, al nuovo ambizioso motore di ricerca “Istella” in grado di poter offrire servizi innovativi. “In un Italia in recessione, in un mercato estremamente competitivo, nonostante la crisi, L’Azienda Tiscali è in un sostanziale Equilibrio, produce Cassa, e migliora la sua posizione riducendo il debito.