L’acqua “potabile” di Torre delle Stelle in un serbatoio fatiscente

La Nuova Associazione Torre delle stelle ci segnala lo stato di abbandono del serbatoio dell’acqua potabile che serve tutta la zona. Quelle che vedete non sono le foto di un vecchio deposito adibito a immondezzaio o di uno scantinato fatiscente in cui possono accedere ratti e scarafaggi e invaso da agglomerati di muffa, lumache, concrezioni di materiale non meglio identificato, radici e chissà cos’altro. E neppure quelle di un disastrato serbatoio per l’abbeveramento di un gregge o di una porcilaia, ché i pastori di solito li tengono meglio. Queste foto, anche se sembra difficile crederlo, illustrano le disastrose condizioni igieniche e strutturali di un serbatoio di accumulo per “acqua potabile” (sic!) di una rete idrica pubblicache serve una località che conta 1300 abitazioni. È esattamente questo il disastroso stato in cui sotto l’attuale “gestione di fatto” si è ridotto un impianto di distribuzione che serve centinaia di persone a Torre delle Stelle. Lo abbiamo scoperto in seguito ad una stupefatta segnalazione che ci parlava di problemi igienico-strutturali molto gravi, che abbiamo purtroppo poi riscontrato, scoprendo una compromissione che speravamo di non dover mai vedere: l’impianto di accumulo da 400 mc,sito nei pressi del “Saraceno”, dove si immagazzina l’acqua che poi serve qualche centinaio di abitazioni è ricoperto (internamente) da una spessa coltre di radici a mollo nell’acqua “potabile”(che penetrano dal terreno circostante attraverso estese e profonde fessurazioni delle pareti del serbatoio), con lumache vaganti (una è visibile nella prima foto) in un soffitto fatiscente e lesionato, ricoperto di agglomerati di muffe, radici e chissà cosa altro, che ovviamente finiscono, prima o poi, per cadere dentro l’acqua, con la possibilità che topi e scarafaggi (e altri animali) finiscano anch’essi a putrefare dentro le acque “potabili”contenute nel serbatoio (l’esistenza di un’ampia botola aperta comunicante con l’esterno rende purtroppo possibile che roditori o altri animali vi possano cadere dentro). Sono inoltre presenti cavi e di vario genere immersi nelle acque che fanno ipotizzare la presenza di una pompa sommersa, dispositivo ovviamente vietato quando si parla di acque per consumo umano. Ad aggravare la situazione c’è anche la contaminazione prodotta dalla disgregazione del materiale con cui è stato realizzato il serbatoio, che presenta fenomeni di usura e consunzione tali da causare distacchi di materiali dalle sue pareti interne, come documentato da una delle fotografie, dove è ben visibile uno spezzone di materiale caduto dalle pareti/soffitto e giacente entro l’acqua immagazzinata. Quello che sta venendo alla luce sulla rete idrica di Torre delle Stelle, dunque, è davvero grave e dimostra che a Torre delle Stelle  persino i presidi più elementari a tutela della salute pubblica appaiono completamente saltati. Sarebbe gravissimo se si fosse scelto di occultare deliberatamente questa situazione di potenziale grave pericolo per la salute pubblica con lo scopo di impedire l’intervento pubblico – l’unico in grado di porre rimedio ad un tale emergenza infrastrutturale – esponendo consapevolmente centinaia di persone a potenziali gravi rischi sanitari pur di impedire il passaggio di gestione al Gestore Unico della rete idrica di Torre delle StelleCrediamo, dunque, che si tratti “semplicemente” dell’omissione dei doveri minimi di diligenza nella conduzione di una rete idrica che serve migliaia di persone, in seguito alla qualeneppure ci si è accorti che un serbatoio di distribuzione da 400 mc versava in condizioni igieniche disastrose e che l’acqua che da esso veniva distribuito alle utenze era priva di qualunque tutela rispetto a potenziali contaminazione di ogni genere. Un’inescusabile negligenza certo, che dimostra la totale inadeguatezza dell’attuale gestione di fatto e il pericolo che essa rappresenta; ma che almeno permette di escludere che persino la tutela della salute pubblica è stata dolosamente sacrificata alla difesa di interessi particolari. Anche perché, come se non bastassero le gravi carenze igienico-sanitario, ci sono anche quellestrutturali, visto che il serbatoio da 400 mc è gravemente lesionato (tanto che i Vigili del Fuoco hanno dichiarato inagibile un’area nei pressi dello stesso per il pericolo di crolli) e potrebbe diventare totalmente inutilizzabile da un giorno all’altro lasciando a secco mezza Torre delle Stelle. Davanti a questa emergenza, è stato davvero provvidenziale il fatto che il Comune di Maracalagonis abbia formalizzato la presa in carico della rete idrica di Torre delle Stelle, perché solo grazie a questo passaggio amministrativo si potranno attivare le procedure per accedere ai finanziamenti a disposizione dell’Autorità d’ Ambito per interventi d’emergenza sulle reti idriche della Sardegna (e si tratta di interventi che costeranno centinaia di migliaia di Euro). Senza di essi si rischia davvero di rimanere in “brache di tela”. E’ questa, dunque, l’ennesima conferma che il ripristino della legalità amministrativa-gestionale di  Torre delle Stelle non è più differibile e che le leggi che prevedono una gestione pubblica degli acquedotti non sono  uno sfizio legislativo fine a sé stesso ma un’ ovvia disposizione per impedire di piombare nel disastro infrastrutturale di Torre delle Stelle e tutelare la salute pubblica. Ricordiamo, perché alla luce di quanto sta emergendo sulla rete idrica appare davvero indicativo di un’attitudine non comune, che contro la presa in carico da parte del Comune della rete idrica di Torre delle Stelle, chi gestisce il c.d. condominio ha attivato, in assenza di qualunque mandato dei proprietari, un ricorso al TAR, nel tentativo di mantenere l’attuale status quo, che le foto descrivono meglio di ogni parola. E, beffa nella beffa, lo si sta facendo attingendo dai soldi di quelle stesse persone che, a loro insaputa,  si ritrovano a bere l’acqua contenuta in un serbatoio di accumulo pericolante, invaso di radici e muffe e dove è pure possibile che qualche ratto e scarafaggio vi finiscano dentro a putrefare.