Olbia, il viaggio di ritorno – Il Racconto di un volontario

Andrea Di Blasio è uno dei tanti volontari accorsi a Olbia per dare una mano dopo l’alluvione, queste sono le sue righe scritte di getto mentre torna verso casa.

Sorriso amaro di speranza.. Si riparte da Olbia..

La Sardegna che non mi piace ha il profilo facebook dei politici che si compiacciono dell’altruismo dei volontari ma per anni non hanno fatto niente per mettere in sicurezza il nostro territorio. La Sardegna che mi piace ha fatto nottata per dare una mano a spalare fango a 350 km da casa.

La Sardegna che non mi piace è il Globo di Olbia che specula sulle tragedie e vende stivali di gomma a 70 euro così che due ragazze di Olbia sono scese fino a Cagliari per comprare decine degli stessi stivali a 9 euro! La Sardegna che mi piace ha la faccia giovane dei ragazzi di Unica 2.0 che hanno organizzato due pullman e più di 100 persone per partire ad Olbia.

La Sardegna che non mi piace ha le strade che ricoprono i letto dei fiumi e le case sui suoi argini. La Sardegna che ci piace ha la voce di una signora con la casa devastata da due metri di fango che ci offre il caffè e ci dice “non vogliamo approfittare della vostra disponibilità”.

La Sardegna che non mi piace ha la faccia del sindaco di Terralba che protesta sotto il Palazzo della Regione contro i vincoli fluviali. La Sardegna che mi piace ha ricoperto le strade di Olbia (e spero anche di tutti i centri colpiti) per chiedere casa per casa “possiamo dare una mano?”

La Sardegna che non mi piace ha fatto 21 condoni edilizi in meno di 40 anni. La Sardegna che mi piace ha raccolto qualsiasi cosa per gli alluvionati da dover bloccare le raccolte perché i centri di smistamento erano pieni.

La Sardegna che non mi piace ha la faccia disperata di quei poveri pastori che con tutti i problemi che hanno ci mancava pure questa puttana di Cleopatra?!?! La Sardegna che mi piace è orgogliosa, generosa ed altruista”.

La Sardegna che non mi piace ha la faccia di un Consiglio Regionale che – al di la dei reati – ha mangiato e sprecato i fondi dei gruppi mentre la gente è alla fame! La Sardegna che mi piace è “grazie ragazzi, chiedete anche alle vicine che poverine stanno più incasinate di noi”

La Sardegna che non mi piace è il caos dei soccorsi, senza un coordinamento istituzionale. La Sardegna che mi piace sono due autisti dell’Arst che nel giorno di riposo guidano GRATIS Cagliari-Olbia e ritorno, rischiando la crisi coniugale!

La Sardegna che non mi piace fa sbarcare giornalisti del Tg5 che come sciacalli passano casa per casa a cercare il caso umano più disperato. La Sardegna che mi piace insulta i giornalisti del Tg5 perché intralciano e perché siamo venuti ad aiutare non a rilasciare interviste.

La Sardegna che non mi piace permette che vecchi, disabili e bambini muoiano in cantine-topaie a cui dei politici scellerati hanno dato l’abitabilità. La Sardegna che mi piace è un vecchietto che con gli occhi gonfi ti dice “Deu ti du paghiri”.

La Sardegna che non mi piace non rispetta la propria terra, le sue bellezze, sfidando la natura che poi, puntuale, le presenta il conto. La Sardegna che mi piace è una ragazzina piccola e minuta con gli stivali che le arrivano alle ascelle sporca di fango.

La Sardegna che non mi piace sembra aver perdo la sua memoria, e non impara dai suoi errori. La Sardegna che mi piace ha la voce di Marcello Fois che con parole semplici ci racconta una Sardegna bella e sofferente.

La Sardegna che mi piace prima o poi alzerà la voce per pretendere rispetto e giustizia. La Sardegna che non mi piace prima o poi si dovrà fare da parte o sarà spazzata via.