Pubblichiamo un comunicato che ci arriva dalla Nuova Associazione Torre delle Stelle.
Quando nell’ottobre del 2009 incontrammo per la prima volta l’Amministrazione comunale (allora guidata dal Sindaco Sandro Serreli, oggi consigliere provinciale), eravamo convinti che un Comune come quello di Sinnai non potesse lasciare ancora per molto tempo Torre delle Stelle in uno stato di località fantasma.
Oltre 15mila abitanti, ambizioni turistiche costantemente indicate dagli amministratori comunali quali stella polare per lo sviluppo sostenibile del territorio comunale, una tassazione pari a oltre il doppio di quella praticata nel centro abitato a fronte di una clamorosa completa assenza di servizi (persino di quelli primari), che anno dopo anno gonfiava una sempre più insostenibile iniquità fiscale e lasciava una frazione alla mercè di una pseudo-gestione di fatto (che aveva persino trasformato un servizio primario essenziale come quello idrico in un intollerabile strumento di imposizione del proprio arbitrio), sembravano fattori che avrebbero inevitabilmente portato presto ad un’assunzione di responsabilità da parte del Comune nelle vicende di una delle sue località di maggiori potenzialità turistiche e pregio ambientale.
Del resto gli oltre 17 anni di procrastinamenti, che fin dal 1992 avevano rappresentato l’unica forma di interazione messa in essere dal Comune nei confronti di Torre delle Stelle, sembravano un lasso di tempo oltre il quale anche la più distratta delle amministrazioni comunali avrebbe avvertito l’obbligo di non far durare oltre una situazione in cui il Comune sapeva mostrare soltanto il volto del gabelliere.
Insomma, le promesse dell’allora Sindaco Serreli e dell’allora presidente del Consiglio Comunale Massimo Serra, di chiarire in tempi stretti la questione e arrivare ad una qualche forma di determinazione, ci sembravano credibili.
Ci ritroviamo oggi, a gennaio 2013, a dover ammettere che ci eravamo sbagliati.
Dopo 3 anni e mezzo, un turno elettorale, una nuova giunta, una lunga sequenza di proposte, istanze, incontri, richieste e sollecitazioni mai neppure riscontrate, siamo punto e a capo. Ancora all’anno zero degli studi urbanistici da effettuare, delle valutazioni da approfondire, del “vorremmo ma per ora non possiamo”, della completa assenza di decisioni, qualunque esse fossero.
Stessa situazione di quell’ottobre del 2009, dunque. Anzi peggio.
Perché nel frattempo, mentre Torre delle Stelle continua a non essere neppure menzionata nel Piano Triennale dei Lavori Pubblici (unica località dell’intero territorio comunale), la pressione tributaria è raddoppiata (IMU) e a breve ci troveremo in una situazione ancor più paradossale, con l’entrata in vigore di una nuova tassa (TARES), specifica per la gestione dei servizi comunali c.d. indivisibili (strade, parcheggi e illuminazione pubblica, come se l’IMU già non avesse quello scopo) che il Comune di Sinnai a Torre delle Stelle ancora si rifiuta di svolgere.
A meno che, ancora una volta, non intervenga nel frattempo la Magistratura a sanare una situazione che ben dovrebbe esser risolta senza dover ricorrere a giudici ed avvocati.
Come ha dovuto fare un nutrito gruppo di cittadini, i quali, coordinati dalla Nuova Associazione Torre delle Stelle e assistiti dall’avv. Carlo Tack, hanno oggi avviato le procedure di notifica di un ricorso al TAR contro il Comune di Sinnai con il quale si chiede di obbligare il Comune medesimo a gestire le opere di urbanizzazione della località e a risarcire tutti i danni subiti negli anni dai proprietari a causa delle inadempienze comunali.
Vogliamo esser chiari su un punto: nessuna pretesa di privilegi e neppure nessuna pretesa di alleggerimento tributario per cittadini certamente privilegiati per aver potuto edificare in un’area di tale pregio. È giusto che contribuiscano più degli altri.
Soltanto la richiesta di essere considerati cittadini appunto e non meri finanziatori delle casse comunali. Nulla di più, nulla di meno. Avere un governo del territorio è un diritto primario e, dopo 20 anni di sua completa assenza, esser stati costretti a ricorrere al TAR per chiedere di vederlo riconosciuto, è certamente motivo di forte rammarico.
Ora, non resta che attendere le pronunce dei giudici.