Non si capisce bene come una famiglia di Sinnai sia arrivata ad avere delle bollette del genere per il consumo dell’acqua, ma secondo quanto raccontato da Maria Cristina Mura ai microfoni di Videolina, Acqua Vitana la società mista Pubblico Privata che gestisce il servizio idrico integrato del comune di Sinnai, pretende la lei il pagamento di una somma complessiva, comprese le spese legali che si aggira attorno ai 20 mila euro. “Ho contestato una bolletta da 6.000 euro, mentre richiedo le verifiche e controlli, ricevo un’ulteriore bolletta di acconto sui consumi di altri 3.400 per un complessivo che supera i 10.000 senza nessuna messa in mora e nessun preavviso, ricevo il decreto ingiuntivo del tribunale al quale ovviamente rivolgendomi all’Adiconsum faccio opposizione.” Dichiara la donna che vive in Via Einstein nella zona periferica di Sinnai. “Nel frattempo loro aggrediscono il mio conto corrente, obbligatorio perchè sono un dipendente pubblico, mi portano via mesi di stipendi e di pensione, vado avanti perchè ho dei figli e degli amici che mi aiutano, non posso resistere all’infinito. Allora mi rivolgo al sindaco Barbara Pusceddu e grazie al suo intervento, il mio legale presenta una proposta di rientro di questo debito, la risposta è stata che va bene il piano di rientro, ma solo ed esclusivamente a condizione di espressa rinuncia alla causa in corso, e mi è stato comunicato che se non rinuncerò alla causa verrà pignorato anche il mio appartamento. Ci sono dei diritti che hanno anche i cittadini, io aspetto la sentenza del giudice, non possono chiedermi di non difendermi.” Ora non è chiaro e non è stato specificato dalla sign. Mura, come una famiglia normale possa consumare in pochi mesi consumare queste cifre per il servizio idrico in un’abitazione privata. Non è chiaro se si tratti realmente di un’errore nei calcoli eseguiti da Acqua Vitana o se effettivamente in qualche modo ci sia stato un consumo accumulato nel tempo dell’acqua. In Caso di un’evidente errore la società poteva tranquillamente ammetterlo ed annullare le bollette, ma se si procede per cause legali forse una motivazione reale c’è, ma forse si vuole omettere per non distogliere l’attenzione dal dato oggettivo della causa, ovvero il pagamento delle “bollette pazze”.