Sting: arriva un premio dallo Smithsonian Museum

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L’8 settembre 2017, Sting, ex leader, bassista e cantante dei Police, ha ricevuto un prestigioso riconoscimento dallo Smithsonian’s National Museum of American History di Washington per il contributo offerto al patrimonio musicale statunitense. L’artista è stato premiato per la scrittura del brano “The Empty Chair”, scritto in collaborazione con il compositore Josh Ralph e inserito nella colonna sonora di “Jim: The James Foley Story”, un documentario sulla storia del fotoreporter americano James Foley. 

L’opera, nominata nella sezione “miglior brano musicale” agli ultimi Oscar (senza vittoria, la statuetta è andata a “City Of Stars” di Justin Hurwitz, Benj Pasek e Justin Paul per la colonna sonora di La La Land) venne eseguita da Sting in due occasioni: nella serata di gala degli Academy Awards e alla riapertura del Bataclan, il 12 novembre 2016. 

Vincere l’Oscar sarebbe stata la ciliegina sulla torta per la carriera di un artista che ha saputo incidere in maniera significativa nella cultura musicale degli ultimi 40 anni, sia con le innovazioni introdotte dai Police che con i dischi solisti.

Sting, all’anagrafe Gordon Sumner, nasce il nel 1951 a Wallsend, piccolo paese dell’Inghilterra del Nord. Dopo la decennale carriera nei Police decide di proseguire il proprio percorso musicale da solo. Siamo nel 1985 quando viene pubblicato “The Dream Of the Blue Turtles”, disco dai chiari influssi jazz realizzato in collaborazione con il tastierista Kenny Kirkland, il batterista Omar Hakim, il sassofonista Branford Marsalis e il bassista Darryl Jones. Saranno tre i singoli di successo estratti: “Fortress Around Your Heart”, “Russians” e “If You Love Somebody Set Them Free”. 

L’album successivo, “Nothing like the sun” venne considerato dalla critica un’opera minore, nonostante al suo interno fosse contenuto il brano “They dance alone”, tributo di Sting ai desaparecidos argentini. Musica e impegno sociale e umanitario andranno a braccetto per tutta la carriera dell’artista inglese. Nel 1988 l’ex cantante dei Police prenderà infatti parte al tour di Amnesty International “Human Rights Now!”

Nel 1991 esce “The Soul Cages”, terzo lavoro in studio composto da brani dal carattere fortemente autobiografico. Impronta introspettiva che resterà nel successivo “Ten summoner’s tales, contenente canzoni di qualità come “If I ever lose my faith in you”, “Fields of gold” e “Shape Of My Heart”, ormai considerata una delle canzoni più famose legate al mondo delle carte e del gaming. Se “Shape of My Heart” venne scelta come singolo, a “Fields Of Gold” venne riservato un altro onore, quello di dare il titolo al greatest hits uscito nel 1994. 

Dopo “Brand New Day” del 1999, i fan del cantante inglese dovranno aspettare quattro anni per avere un nuovo disco di inediti. Siamo nel 2003 e il ritorno si rivelerà un grande successo. L’album è “Sacred Love” e contiene il famosissimo duetto con Mary J. Blige nel brano “Whenever I Say Your Name”. Seguiranno due lunghi tour (in Italia lo spettacolo sbarca l’anno successivo) e l’annuncio di un nuovo e ambizioso progetto in uscita nel 2006 per l’etichetta Deutsche Grammophon: un disco di musica per liuto del XVI secolo intitolato “Songs from the labyrinth”, dedicato al compositore rinascimentale John Dowland. 

Nel 2007 l’annuncio che milioni di fan in tutto il mondo aspettavano: i Police si riformano per celebrare il trentennale della loro carriera. Annuncio che si è tradotto in un tour mondiale di incredibile successo e che ha toccato il nostro paese nell’ottobre dello stesso anno. Dopo una serie di progetti paralleli, partecipazioni a dischi di altri artisti e incursioni nei vari generi musicali, nel 2016 esce 57TH & 9TH, primo disco di canzoni pop-rock in oltre 10 anni.