Volontari a Olbia, Il Racconto del Nostro Marco Shoot Marcia

Era Lunedi sera quando mi arriva la telefonata “Serve una squadra per un’eventuale evacuazione a Ballao per un’allerta meteo e esondazione del Flumendosa”… e si parte. Fortunatamente tutto va per il meglio, e si torna a casa verso le 6 del mattino. Dormito giusto 2 o 3 ore per poi andare in onda in radio, sento la necessità di parlare della situazione critica che s’e abbattuta sull’isola… Sulla mia isola, dove son nato e dove ancora vivo, quell’isola che mi ha dato gioie e dolori, quella terra che tanto ho odiato quando non mi dava opportunità e tanto m’è mancata quando c’ero lontano. Solo un sardo può capire cosa significa avere i 4MORI marchiati a fuoco nel cuore, indelebili qualunque cosa questa isola ci possa fare. Ancora reso poso conto dei danni, quasi a fine puntata, arriva la seconda chiamata, quasi una doccia fredda, inaspettata… Si, inaspettata perchè forse il poco sonno ancora non mi aveva fatto realizzare l’entità del disastro… Quella chiamata per partire per qualche giorno a Olbia perchè servivano aiuti imminenti. Preparare una borsa per qualche giorno di attività, pranzare e arrivare in sede in 20 minuti è un’impresa, infatti qualcosa, ovviamente, è restata a casa, come il sapone e qualche cambio in più che mi sarebbe servito. Non mi va tanto di parlare nello specifico di questi giorni, perchè le immagini di olbia, del disastro e di cosa sta accadendo girano in tutta italia. E’ ciò che c’è dietro che forse non è stato raccontato bene… Dormire con altre 100 persone in delle brande, al freddo, senza le comodità di casa, smorzano il morale di chiunque, e in quei casi puoi fare affidamento solo su una cosa… La tua SQUADRA, i tuoi COLLEGHI. Dopo tante ore di operatività coi piedi nell’acqua, ricoperti di fango, col cielo che continua a bagnarti la testa, e sei li a lavorare non più con i muscoli ormai sfiniti ma col cuore perchè gli sguardi degli abitanti che buttano giu le lacrime non solcano solo il loro viso ma ti trafiggono dentro, e ti trafigge dentro il pensiero che una disgrazia cosi poteva benissimo capitare alla tua casa, veder galleggiare nell’acqua marrone dal fango i tuoi libri, il tuo pc con le tue foto e lavori, i tuoi abiti, il tuo letto buttato su un marciapiede sapendo che non dormirai mai più su quel materasso, o vedere il tuo cane legato al palo piu vicino perchè un giardino recintato dove star tranquillo non lo ha più… Fa male… e ti da la forza di andare avanti anche se sei esausto! In certe situazioni impari a conoscere anche le persone che lavorano con te, nel bene e nel male… nascono incomprensioni, non ci si capisce, una parola di troppo dettata dal nervoso, e una stretta di mano… per far scivolare via le cazzate assieme al fango con una doccia fatta in uno dei 4 bagni disponibili per piu di 100 persone. Forse dettato da qualche esperienza in più degli altri miei colleghi, posso esser stato preso pure per pagliaccio e cazzaro, ma so che al rientro, quando ormai è buio, e bisogna rifocillarsi, riprendere forze e stare sempre pronti per una possibile chiamata nella notte, una risata fa sempre bene al morale! Oggi, 24 ore dopo il rientro, guardando gli aggiornamenti dal pc, mi chiedo cosa ci facciamo qua, a casa, quando ancora ci son paesi nella Sardegna che hanno davvero bisogno di aiuto… Le priorità dello Stato son proprio strane… Ma per concludere vorrei mandare un’abbraccio alle persone che erano con me in questi giorni a Olbia.. Siete stati grandi!!! – Marco Shoot Marcia, Volontario per Paff Quartu & Radio Fusion.