Perché l’ascolto della radio sta diventando più popolare tra gli utenti di smartphone ultimamente?

La nostra vecchia, bistrattata radio! Una volta la radio rappresentava la libertà: negli anni Cinquanta, tutti ascoltavano le telecronache delle partite da quelle radioline portatili a pile, magari in vacanza, e si sentivano indipendenti e felici. E poco importava della qualità, dei fischi e dei fruscii. Il mondo è andato avanti sulla distribuzione digitale della musica, eppure stiamo ritornando indietro all’evoluzione moderna delle radio. E come mai?

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L’evoluzione della tecnica: lo streaming via web

La crescita inarrestabile di internet ha determinato dei grandi cambiamenti, anche per quello che riguardava le stazioni radio tradizionali. Che si sono trovate a dover fronteggiare dei problemi piuttosto simili a quelli che hanno dovuto affrontare altri comparti, come per esempio quello dei casinò.

I tradizionali casinò fisici si sono trovati a dover competere contro giochi da casinò online che li surclassavano per quantità, qualità, accessibilità e comodità: attraverso un semplice collegamento internet, i giocatori potevano collegarsi al casinò quando volevano per giocare, e usufruire di moltissimi giochi di tipi diversi, senza doversi fisicamente recare presso la struttura – e questo ha causato un importante calo dei loro introiti a favore dei casinò virtuali.

Allo stesso modo, le radio tradizionali hanno visto l’offerta per gli ascoltatori ampliarsi notevolmente, con stazioni radio che trasmettevano attraverso la rete. Queste erano facilmente raggiungibili da ogni angolo del mondo, e normalmente offrivano una qualità migliore di quella che si poteva ottenere attraverso le onde FM. Così che anch’esse hanno dovuto buttarsi nell’arena digitale, e diventare web radio in streaming, con risultati alterni.

L’evoluzione moderna dello streaming

La prima reazione dei consumatori di fronte a questa perdita dello strapotere delle radio è stato quello di trovarsi di fronte a un enorme juke-box gratuito: finalmente potevano sentire la musica che volevano quando la volevano. Non c’era più bisogno di attendere una certa fascia oraria, o un certo DJ per ascoltare un tipo di musica che ci andava: bastava semplicemente premere un tasto. E ovviamente, ci si sono tuffati a picco.

Servizi quali YouTube e iTunes si sono affermati, dando a tutti la possibilità di scaricarsi le proprie musiche e crearsi le proprie playlist – quelle che una volta si sarebbero chiamate “compilation” – attingendo da fonti diverse, per caricarle sul nostro Player multimediale. L’ascolto della musica è così diventato attivo: una scelta più di una fruizione. Quello è stato il momento in cui ci siamo resi conto che  la mancanza di esposizione a nuove proposte era diventato un problema. In sintesi, era diventato difficile scoprire qualcosa di nuovo, proprio perché c’era così tanto materiale a disposizione che fare una selezione era complicato.

A oggi, esistono app che comparano la nostra playlist con il materiale disponibile online, e ci suggeriscono quali artisti provare: ma questo lavoro, che dipende in massima parte dall’utilizzo di strumenti di Intelligenza Artificiale, non si dimostra completamente soddisfacente: manca il tocco creativo del genio umano, che sa scegliere, in modo viscerale, quel pezzo che si collega perfettamente con un discorso creativo che sta portando avanti nella sua narrazione musicale.

Il ritorno alle origini, affidarsi al DJ

Ecco perché sempre più gli ascoltatori digitali ritornano alle vecchie radio, ma in streaming (per rispettare la legge), collegandosi attraverso gli smartphone: per ampliare i loro orizzonti andando a usufruire dell’esperienza dei professionisti, ovvero i DJ, che recuperano la loro funzione di “distribuzione” di musica non perché non ci sia scelta, ma proprio perché ce n’è fin troppa.

Il ruolo del DJ di oggi, all’interno delle web radio, è diventato quello del selezionatore, dell’esperto che esamina le novità del mercato discografico e le propone alla propria platea di utenti, che si affidano a lui proprio per le sue caratteristiche di professionista di cui condividono il gusto delle scelte. Insomma: come diceva Venditti, certi amori – come quello per la musica – fanno giri immensi e poi ritornano.